Delirio registico
In un teatro abbandonato un attore si ritrova sdraiato per terra. Una voce fuori campo da il benvenuto al pubblico chiedendogli un piccolo sforzo: assi-stere al tentativo di poter non rappresentare, ma creare qualcosa in scena. Anche questa volta, però, si riconosce che ogni parola può essere fuori posto. La compagnia, nell’ennesima replica, è ormai imbrigliata dal linguaggio che cerca di rianimare il teatro ma si giunge, ancora una volta, alla consapevolezza che il teatro dice sempre, anche quando e dove non ci sono le parole.
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